sabato 22 marzo 2008

Rimase in silenzio ad ascoltare.
Le sue dita stringevano la spalliera della sedia di antiquariato di cui quel bastardo del padre, della sua ormai ex-donna, si era tanto vantato. Questo era l’unico segno che tradiva la sua tensione, abituato da anni di piccole provocazioni a non reagire, non trovò neanche questa volta le parole giuste per rispondere.
Appena il legno, che aveva cominciato a scricchiolare minacciò di schiantarsi, mollò la presa. Giusto in tempo per accorgersi che lei aveva finito di insultarlo, soprattutto nella sua intelligenza.
In quella casa non era mai riuscito a pensare molto, ad agire ancora meno, per questo vi andava controvoglia, l’ambiente non gli ispirava la giusta serenità, “malgrado l’odore d’incenso”, ed è per questo che a quel punto decise di andarsene senza dir niente.
Giù in strada lo aspettava lei, quasi sempre fedele, per sua natura instabile, ma forse proprio per questo gli piaceva.
Più di una volta aveva visto l’asfalto da vicino a causa sua, ma finora erano stati solo graffi, pochi giorni, e poi di nuovo in sella e via, a tentare tramite l’equilibrio su di lei di equilibrare la sua vita.
L’odore dei guanti neri di pelle a mezzo dito lo inebriava, girò la chiave, premette lo Start ed il motore ululò sotto di lui.
Lei era la sua vera passione: 600 cm cubici di pura potenza, abbracciati da un telaio d’acciaio e da una carenatura gialla ad inserti neri e grigi.
Lei, la perenne rivale di tutte le sue donne, la sua moto.
Mentre guardava la lancetta del contagiri salire e scendere ritmicamente, rifletteva su quanto successo, e con la solita ironia, mista a cinismo, constatò che gli era costata poco: solo un anno di telefonate, chiacchierate, amicizia per poi finalmente stare insieme per due mesi; invece la belva che sotto di lui urlava: 18 milioni, chiavi in mano e molte “rotture” in meno.
Certo non c’era confronto: procuravano emozioni, preoccupazioni e soddisfazioni differenti, ma se dell’altra poteva fare a meno, non se la sentiva di rinunciare all’aria fredda della notte che lo colpiva in faccia come uno schiaffo.

Lasciò la frizione di colpo e sgommò via da quel posto.
Ora nel suo eterno girovagare doveva trovare un’altra meta.

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